Corpo, mente e immaginazione: il triangolo del benessere

Per funzionare meglio fisicamente, non basta mangiare bene, dormire bene o fare esercizio fisico. Il motore invisibile di tutto questo è il morale. Un morale alimentato da pensieri positivi, speranza, gratitudine, ma anche... immaginazione. Sì, perché a volte è proiettandoci nell'impossibile che ricominciamo a muoverci nel presente.

Facciamo un semplice esempio:
Un uomo, stanco del lavoro, pensa di non avere più la forza di fare nulla. Eppure, una mattina, decide di comprare una pianta e di prendersene cura ogni giorno. Questo piccolo gesto, apparentemente innocuo, gli conferisce una missione, una dolce responsabilità, una routine quotidiana. Il suo morale migliora e il suo corpo ne segue l'esempio.

Una donna anziana, costretta a letto, immagina di danzare sotto la pioggia nella sua giovinezza. Chiude gli occhi e mima i passi con le braccia, canticchiando la melodia. Questi gesti "inutili" sono in realtà ponti tra l'immaginazione e il movimento fisico. Il suo cuore si alleggerisce, le sue energie ritornano, anche solo un po'.

E poi c'è questo adolescente ansioso e introverso. Gli viene chiesto di inventare un'attività che non ha mai fatto prima. Dice: "Vorrei costruire una capanna di bambù e dormirci per una notte". Non sa ancora come né dove, ma la sola idea risveglia in lui un fuoco creativo. Inizia a disegnare, a cercare idee, a emergere dal suo torpore. Il corpo segue sempre l'impulso del sogno.

Questo è il segreto: inventare gesti e attività che (ancora) non possiamo realizzare.
Non accontentarsi della realtà immediata, ma arricchirla di visione, desiderio, proiezione interiore.
Perché il corpo umano non è una macchina: è terra fertile. Ed è la mente, questo contadino invisibile, che semina i semi del domani.

Il team SAVANE ÉCHO / 27 luglio 2025